MALOCCLUSIONI, POSTURA E ALTRI FASTIDI: C’E’ CORRELAZIONE?

È ormai riconosciuta in Italia e all’estero la presenza di influenze fra la scorretta relazione delle arcate dentarie e la presenza di altri disturbi posturali e non solo che compaiono in settori anche lontani dal distretto orale, ad esempio mal di schiena, cefalee, disturbi del sonno, stress, otiti e formicolii alle mani.

Al giorno d’oggi circa il 70% della popolazione presenta problematiche simili e l’età in cui compaiono varia dai 15 a 60 anni. Sono colpite più frequentemente le donne.
Capita spesso che questi pazienti nel tentativo di risolvere le problematiche si rivolgano a tanti specialisti i quali difficilmente riescono a collegare le varie sintomatologie presenti ai disordini occlusali e articolari.

Il sistema posturale non è altro che quel sistema complesso che ci consente di stare in piedi e di mantenere l’equilibrio. Per fare ciò, si avvale di sistemi di input (occhi, bocca, orecchio interno, piedi) che inviano informazioni al cervello, il quale le elabora e invia ai muscoli posturali indicazioni sulla loro attività.
Tutto questo non fa altro che confermare la stretta relazione presente tra occlusione e postura.

Un ortodontista moderno non si può più limitare a guardare solo i denti in senso statico ma deve mettere in atto un approccio diagnostico finalizzato ad acquisire una visione più allargata del “sistema corporeo” nella sua dinamica, nell’interesse totale del paziente sia da un punto di vista sanitario, sia economico, evitando che un paziente si ritrovi a distanza di anni con problematiche ignorate o sottostimate al tempo opportuno. Per tale motivo, il C.D.O. pone un’enfasi consistente sul processo diagnostico utilizzando diversi strumenti.

 

LA PEDANA STABILOMETRICA

Permette di misurare in via computerizzata le alterazioni pressorie durante l’appoggio podalico del paziente. I risultati consentono di valutare una serie di parametri, quali ad esempio la stabilità dell’equilibrio e la ripartizione dei carichi sulle varie zone del piede.

 

In particolare svogiamo due tipi di analisi: una statica e una dinamica.

Nell’analisi statica il paziente viene fatto salire sulla pedana in posizione naturale e rilassata, per valutarne l’appoggio podalico. Vengono così valutate le superfici ed i carichi di ciascun piede, individuando il baricentro corporeo ed il rapporto tra questo ed i centri pressori dei singoli arti. Tutte le rilevazioni vengono ripetute in alcune condizioni particolari per poter individuare se le problematiche, ad esempio, vengono peggiorate o migliorate dal riposizionamento mandibolare, dall’informazione degli occhi o da altro.

Inoltre, la pedana stabilometrica permette di rilevare, attraverso l’esame dell’appoggio plantare, tutta una serie di disarmonie e problematiche presenti nei diversi distretti articolari posizionati anche al di sopra del piede, fino all’articolazione temporo-mandibolare.

 

Nell’analisi dinamica il paziente cammina sulla pedana, questa volta baropodometrica, per valutare la modalità di svolgimento del passo, la pressione, la superficie, la localizzazione del punto di maggior appoggio podalico. Anche questo esame viene svolto inserendo delle varianti che diano indicazioni su quale distretto informativo del corpo possa presentare problematiche.

Inoltre, mediante l’analisi stabilometrica si studiano approfonditamente gli atteggiamenti ortostatici in appoggio bipodalico; viene calcolato e valutato lo spostamento dei centri di pressione di ciascun arto e del baricentro corporeo per evidenziare le oscillazioni del paziente e valutare il suo sistema posturale.

 

SPINOMETRIA OTTICA TRIDIMENSIONALE

 

La spinometria ottica è uno dei più avanzati sistemi di rilevazione disponibili nell’ambito dello studio fisiatrico della colonna vertebrale. Esso infatti consente, basandosi sulla rifrazione della luce che viene proiettata sulla schiena del paziente, di ottenere informazioni sul posizionamento delle vertebre senza bisogno di radiazioni o altro. I principali vantaggi dell’utilizzo di questa tecnologia sono due: il primo è senz’altro quello di non comportare per il paziente alcun rischio legato alle radiazioni; il secondo è che, essendo di rapida esecuzione, ci consente di svolgerlo variando alcune piccole informazioni negli input posturali (bocca, occhi) per valutare immediatamente quali sono gli adattamenti a cui il paziente va incontro e dandoci preziose informazioni sull’origine della disfuzione posturale.

 

SCOLIOSOMETRO E PODOSCOPIO

Lo scoliosometro e il podoscopio sono degli strumenti diagnostici, questa volta analogici, che consentono la valutazione visiva dell’appoggio podalico e della postura del soggetto in diverse proiezioni: sul piano frontale, sagittale e trasverso. Nel C.D.O. il tutto viene valutato e confrontato mediante documentazione fotografica digitale. Anche queste valutazioni vengono eseguite inserendo delle piccole variazioni nelle condizioni che influenzano i recettori del paziente (occhi, bocca) al fine di valutare anche  visivamente l’impatto delle prove effettuate sulla modifica della postura del soggetto in esame.

 

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